E’ il balbuziente che deve gestire la sua disfluenza a scuola o gli insegnanti che devono attuare delle strategie nei confronti di chi balbetta?
Sicuramente dovrà esserci collaborazione da parte di entrambi.
Nel nostro contesto socio culturale purtroppo la balbuzie, nella maggior parte delle volte, rappresenta una realtà nuova per gli insegnanti.
La scuola, per via degli ingenti tagli delle spese, non riesce a sostenere i corsi volti all’informazione dei disturbi del linguaggio nell’età evolutiva nonché dell’igiene vocale e altro.
E se qualche piccolo passo si è fatto riguardo la dislessia almeno, siamo in grado di capire che cosa è e come riconoscerla e come eventualmente affrontarla , riguardo la balbuzie si sa molto poco.
In realtà il problema della disfluenza è già di per se ombroso riguardo l’origine.
Se viene a mancare anche la giusta informazione si brancola nel buio.
Un tempo giungevano alla mia osservazione alunni segnalati dagli insegnanti come svogliati e poco diligenti, in realtà si trattava di “dislessia”
La balbuzie invece si riconosce molto presto, anzi tante mamme o educatrici si preoccupano troppo presto quando non dovrebbero.
La balbuzie si suddivide in primaria e secondaria.
La balbuzie primaria, che insorge precocemente intorno ai 2- 3 anni, non va riabilitata.
Gli insegnanti appunto riconoscono velocemente il problema della disfluenza ma non conoscendone l’origine e che esiste una sfera emotiva che la sottintende, non sanno come affrontarla.
Il balbuziente, da un punto di vista organico si presenta a noi esperti del mestiere assolutamente sano sia dal punto di vista fisico che cognitivo alla prima visita.
Questo è possibile dirlo con certezza in quanto nell’arco della sua vita ha effettuato diverse visite o RMn che escludono una causa organica della disfluenza.
Inoltre sicuramente avrà effettuato una visita neuropsichiatrica infantile che non documenta un particolare deficit cognitivo.
Eppure, come descrive bene la metafora dell’iceberg, colui che balbetta ha un habitus particolarmente fragile. Cioè il problema psicologico rappresenta la parte sommersa che pian piano emerge un po’ alla volta.
La scuola oggi appunto dovrebbe lavorare sulla parte sommersa e non quella emergente di competenza dello specialista.
Questo accade spesso e infatti il balbuziente peggiora il suo modo di parlare tra le mura scolastiche in quanto non si sente compreso.
CHI DI NOI PUO’ NEGARE L’ ANSIA DELLE INTERROGAZIONI?
Il balbuziente di fronte a situazioni che generano ansia entra completamente nel pallone e balbetta sempre di più.
L’auspicio è quello che la scuola si prepari sempre di più a sostenere gli allievi che balbettano!
A tal proposito possiamo offrire agli insegnanti dei corsi informativi al riguardo.
Contattaci per informazioni!